sabato 29 luglio 2017

Libertà di scelta

Janos Dex

Secondo me, lo dico da cittadino, pur non essendo medico a senza la velleità di entrare nello specifico, la tendenza ad imporre cure e radiare chi è contrario, nel nome di una molto opinabile "salute pubblica", è solo l'ennesimo sintomo di una classe dirigente sempre più autoritaria e meno autorevole e autorizzata.....


Del tutto priva di legittimazione e di consenso.
Non si parla di decisioni senza impatto su chi le subisce e poco senso hanno le tesi secondo cui " se uno non è d'accordo, non deve fare il medico o appartenere al suo ordine".
Essere radiato dall'albo, significa non essere riconosciuto come medico, quindi non poter agire più come tale, quindi esercitare "abusivamente" la professione o non esercitarla proprio.
Ossia, doverci rinunciare.

Questo, non perché non si crede nella medicina o non si abbiano le necessarie competenze, ma solo perché si ritiene che vi possano essere cure "alternative", non in assoluto e solo per alcune patologie, a quelle "ufficialmente riconosciute" come uniche legittime (per tanti motivi, non certo solo scientifici) in occidente (perché il mondo è strapieno di culture dove si ammettono altre cure, naturali, tradizionali o meno).

La differenza sta nel fatto che in alcuni luoghi si obbliga il paziente a non scegliere per se stesso, in altri no, mettendo in dubbio il libero discernimento nella cura di se stessi. Addirittura, ora, si è arrivati ad imporre anche la scelta, se provare a continuare a curarsi o dover perire e/o viceversa.

Materia delicatissima, dove l'interesse economico la fa spesso da padrone, non solo quello scientifico ed etico, sopratutto a certi livelli decisionali. Certo, il confine tra il ciarlatano "venditore di fumo" e l'alternativo, tra la necessità di provvedere e alla salute pubblica e il suo travalicarne i confini, è sottilissimo e il paziente quasi mai ha la possibilità conoscitiva per poter fare la scelta migliore ma, siamo sicuri che tutto ciò che è ufficiale e imposto sia poi così corretto?

Quante cure e farmaci sono stati ritirati perché creavano piu' danni collatterali che benefici? Etc...La storia stessa dell'umanità ci dice il contrario esatto in tanti casi e campi. In alcuni , si è anche finiti al rogo solo per dubitare di scientifiche posizioni ufficiali, poi rivelatesi cialtronerie ufficiali.

Ci sono casi e casi, patologie e patologie, non si può fare un discorso univoco. Io, su alcune cose, mi tengo i miei fondati dubbi. E nel dubbio, preferisco sempre poter scegliere di "che morte devo morire", piuttosto che farlo fare ad altri, senza alcuna legittimazione per farlo. Prendendomi il rischio di sbagliare, certo, ma solo sulla mia vita, non su quella di milioni di persone.

Inoltre, ci si dimentica che la scienza è revisionista per sua natura (tutte le scienze o quasi), altrimenti diventa mero indottrinamento coatto per puri esecutori. Sulla "capacità" di scegliere, sono concorde sul fatto che latiti e che la democrazia stessa sia un fallimento proprio per questo.

Pochissimi la possiedono, in quasi tutti i campi. E per questo, c'è chi lavora alacremente, perché nulla cambi.
Prendiamo la scelta più incisiva sul destino dei più: chi sceglie i governi e i parlamentari, che decidono le leggi e impongono obblighi. Il popolo ha capacità di scelta, dati sufficienti per farlo cum grano salis, fonti e informazioni veritiere e accessibili? No. Eppure, lo fa, decidendo della vita di molti altri, influenzano gli eventi, generando cause che producono effetti, che richiedono nuove soluzioni, etc. Il cane che si morde la coda.

La malattia, per tornare al tema, creata spesso con la mano destra dagli stessi che poi la vorrebbero impositivamente curare con la sinistra. Gli stessi parlamentari non hanno spesso nessuna competenza per decidere. Spesso, anche meno di chi li ha eletti. Mentre, tutti hanno certamente interessi da tutelare e sponsor da risarcire. Eppure, proprio questo, con estrema sfiducia nel sistema attuale e nelle sue classi dirigenti, preferisco sbagliare da solo e rimetterci solo io. Salvo, evidenze contrarie, ossia che una cura sia palesemente dannosa, piuttosto che "inutile".
Tutto da dimostrare. Il discorso si fa complesso e lungo, ma la direzione è chiarissima."

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