Ieri
un nigeriano
a Napoli ha rotto una bottiglia e ferito 3 passanti a casaccio, di cui uno è
grave. Ma nessun giornale è andato ad intervistare le vittime di questa
insensata, brutale e tutt’altro che episodica aggressione (come è stato fatto
per le vittime del Traini).
Sempre ieri un tunisino scatena il panico perché esigeva di non pagare il biglietto dell’autobus, in quel di Padova. Negli ultimi mesi non si contano le aggressioni violente ai danni di conducenti di autobus e capitreni, spesso molto gravi, rei di aver chiesto loro ciò che chiedono agli indigeni, disoccupati inclusi, ossia di esibire il biglietto. In nome di quella strana eguaglianza che vorrebbe siano esonerati a prescindere dalle regole che valgono per gli italiani, d’altronde è stato celebrato un cantante che si vanta di non pagare affitto perché c’è chi provvede per lui. Come non dimenticare il capotreno che a Milano dovette subire la sub-amputazione di un braccio nel 2015 a seguito di un’aggressione di un gruppo di “latinos” a colpi di machete.....
Vogliono farci credere che anche gli
italiani si comportano così, che sia normale aggredire gli addetti ai
trasporti, che sia sempre stato così ma è questo razzismo che ci
fa notare solo i crimini di questi poveretti che fuggono dalla guerra e dalla
fame. La giustizia archivia i reati dei “nuovi” (nuovi volutamente tra
virgolette dato che molti sono estremamente recidivi) arrivati con
estrema fretta, spesso scarcerandoli l’indomani, forse anche per abbassare
quella statistica che vede un enorme numero di detenuti stranieri in proporzione
alla stessa popolazione allogena, forse per non passare per razzisti a
trattare lo stesso crimine con molta più magnanimità che se a commetterlo
fosse un indigeno, quasi come un gesto di “benvenuto”, peccato che
la giustizia dovrebbe rappresentare l’interesse della parte lesa, della
vittima, e così, spesso, per non apparire razzista, DISCRIMINA gli
indigeni impartendo la lezione che per taluni soggetti che arrivano da lontano
sia concesso di fare quello che vogliono tanto qualcuno li perdonerà.Sempre ieri un tunisino scatena il panico perché esigeva di non pagare il biglietto dell’autobus, in quel di Padova. Negli ultimi mesi non si contano le aggressioni violente ai danni di conducenti di autobus e capitreni, spesso molto gravi, rei di aver chiesto loro ciò che chiedono agli indigeni, disoccupati inclusi, ossia di esibire il biglietto. In nome di quella strana eguaglianza che vorrebbe siano esonerati a prescindere dalle regole che valgono per gli italiani, d’altronde è stato celebrato un cantante che si vanta di non pagare affitto perché c’è chi provvede per lui. Come non dimenticare il capotreno che a Milano dovette subire la sub-amputazione di un braccio nel 2015 a seguito di un’aggressione di un gruppo di “latinos” a colpi di machete.....
Lunedì
scorso, 12 marzo un
tunisino si spoglia su un autobus e molesta una 21enne, ma è già libero.
D’altronde il via libera è stato concesso quando
per legge è stato stabilito che eiaculare addosso ad una persona non è
reato, mentre si parla tanto contro la violenza sulle donne il cosiddetto mondo
femminista “non vede” queste aggressioni come violenze.
Come
non dimenticare la
strage di ciclisti in Calabria per opera di un marocchino drogato, dopo 5
anni TORNA LIBERO. Non è un condono? Non fu mai usato il termine strage per
questo orrore, ma è stato usato per la sparatoria ai danni di 6 nigeriani a
Macerata, sparatoria senza conseguenze mortali per nessuno. Giusto un esempio di
neolingua.
Sempre
ieri a Piacenza
due africani sradicano un palo e massacrano di botte un italiano, senza
motivo. Sempre ieri a
Catania due agenti della polizia ferroviaria sono stati presi a calci e
pugni da un nigeriano che viaggiava senza biglietto. E’ sempre successo, lo
fanno anche gli italiani, dicono.
A
Roma, sempre ieri, un
tunisino su un autobus si spoglia per molestare una 21enne, per fortuna la
gente l’ha protetta anche a rischio di prendersi un’accusa di aggressione
razzista, ogni volta che si tenta la difesa da aggressori stranieri i media
l’hanno dipinta come violenza razzista, intimidendo chiunque volesse intervenire
in casi di aggressioni di questo tipo.
Oggi
14 marzo 2018 una coppia
di anziani è stata aggredita da un nordafricano con dell’acido, a Milano.
Una ragazza di 19
anni stuprata davanti al fidanzato prima massacrato di botte per renderlo
inerme, il “latinos” è fuggito, sempre a Milano. Se a commettere
questi crimini fosse un italiano, non scriverebbero “il giovane quarantenne
residente a Grugliasco” ma userebbero ben altri termini, più
consoni a definire un soggetto che rovina la vita, traumatizza e ferisce altre
persone. A Quartu, in Sardegna, una fragile anziana di 80 anni picchiata
e derubata da due africani, oggi. Sempre più anziani da qualche anno a
questa parte sono vittime di aggressioni, rapine e spesso stupri, scene da
Arancia meccanica.
Tutto
questo a poche settimane del brutale, vile, terribile massacro di Pamela
Mastropietro di cui obtorto collo la cronaca ha fornito i dettagli, delitto
che si è cercato di far passare presto nel dimenticatoio.
Molti
di questi fatti delittuosi sono nascosti in fatti di cronaca locale, i media
hanno l’ordine di tacere e minimizzare, la maggior parte di questi crimini
rimangono nei trafiletti dei giornali locali non arrivando a quante più persone
possibile.
Chissà
quanti Kabobo
manteniamo, la sicurezza per gli autoctoni è un optional, unico imperio mafia
capitale. Sia mai non si sentano i benvenuti, la
violenza da parte di questi “disgraziati in fuga” è solo “percepita”, è nella
tua testa, non è reale. Salvo per chi viene violentata, per chi svolge una
professione a contatto con il pubblico e viene dato in pasto a questi signori ai
quali paghiamo vitto, alloggio, riscaldamento, vestiti e tutto il
necessario con relativa mazzetta alle Coop e garantiamo impunità quando ci
ringraziano in questo modo dell’ospitalità: Firenze:
Il leader dei senegalesi dichiara la guerra all’Italia.
4 commenti:
Ottimo lavoro! Pubblicato su www.europadeipopoli.org.
Buongiorno
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