lunedì 29 ottobre 2018

La fattura elettronica è peggio del "Grande fratello".

Maurizio Gasparello


Così la racconta il Sole 24 Ore:
"Fattura elettronica, un assist per i dati in caso di controlli
 Le nuove norme porteranno alla trasformazione del rapporto Fisco-impresa-professionisti.
La fatturazione elettronica, che partirà dal 1° gennaio 2019, va concepita come il primo importante passo verso una profonda trasformazione del rapporto Fisco-impresa-professionisti e delle modalità che sottendono i controlli e le verifiche fiscali.
Le nuove regole prevedono che l’agenzia delle Entrate acquisisca massivamente tutti i dati di fatturazione, dati che si andranno ad aggiungere a quelli già in suo possesso. Stiamo per assistere all’inizio di un percorso che porterà a un controllo pervasivo e continuo delle imprese con una quantità impressionante di informazioni che, per la modalità con cui saranno trasmesse, potranno essere agevolmente asservite a un’analisi specializzata e approfondita.....


L’acquisizione massiva e in tempo reale delle informazioni permetterà forme di controllo «nuove» in termini di procedure (in remoto e con modalità digitali), e in termini sostanziali (per esempio basate su selezioni mirate, fondate su pre-controlli analitici e funzionali dei dati e su un rafforzamento della compliance).
Il rischio che gli operatori possono correre, in questi mesi di studio e adeguamento alle nuove regole, è farsi distrarre dagli aspetti più operativi, organizzativi e informatici, considerandoli esaustivi della questione. Per contro, è essenziale mantenere un focus sui controlli e sulla modifica e aggiornamento delle norme relative agli stessi, che auspicabilmente seguiranno.
Non si può concepire la fatturazione elettronica come un semplice adempimento ma va letto come una rivoluzione del rapporto tra Fisco, consulenti e contribuenti, un nuovo paradigma tecnologico con importanti conseguenze in termini di trasparenza. 
In questo nuovo contesto, le norme sui controlli oggi vigenti appaiono obsolete: la possibilità di accedere in via prioritaria (ancora prima che tali dati siano disponibili al soggetto cui si riferiscono) a tutti i dati di fatturazione dei contribuenti porta infatti a un ulteriore squilibrio tra posizione del contribuente e quella dell’Amministrazione finanziaria.
Un nuovo equilibrio che non necessariamente sarà negativo. Perché i contribuenti possano però apprezzare la novità e non viverla come una minaccia, serve ripensare le modalità con le quali si eseguono gli accessi e le verifiche fiscali. Il cambio di paradigma dovrebbe portare a una profonda riflessione sui presupposti su cui si fondano le contestazioni, sulle forme di dialogo Fisco-contribuente e sulle modalità di regolarizzazione di eventuali errori nella compliance.
La fatturazione elettronica potrà costituire quindi la chiave evolutiva del rapporto Fisco-contribuente, in considerazione della maggiore trasparenza abilitata dalla tecnologia. La digitalizzazione nativa dei dati fiscalmente rilevanti (e la loro trasmissione in tempo reale) porterà naturalmente il sistema verso la creazione di nuovi «ambienti di dialogo» digitali tra contribuente e amministrazione. 
Rispetto agli accessi in remoto e con modalità informatiche è già stato fatto molto: sono stati promossi modelli di digitalizzazione innovativi che prevedono, per ogni contribuente, un cloud dove vengono archiviati – anche in dialogo con gli specifici gestionali utilizzati da imprese e studi professionali – tutti i dati e i documenti fiscalmente rilevanti al fine di standardizzarne il processo di archiviazione, dematerializzazione e conservazione ma soprattutto di condivisione tracciata e sicura, in remoto e completamente via web, con l’agenzia delle Entrate.
L’Agenzia è stata molto ricettiva nell’accogliere strumenti innovativi a supporto di controlli fiscali, rimborsi Iva e ogni altro procedimento amministrativo in cui sia prevista la produzione di documenti, dati e informazioni a seguito di richieste formulate dall’autorità fiscale o in base a iniziative o istanze del contribuente. In particolare vengono già oggi sperimentate forme di condivisione delle informazioni attraverso il cloud (per iniziativa del contribuente o del professionista incaricato), a condizione che sia garantito il rispetto di un determinato e specifico Protocollo operativo, di sicurezza e privacy. Il Protocollo deve prevedere la cifratura dei dati e permettere il totale presidio del processo sia da parte del contribuente che da parte dell’amministrazione, attraverso la tracciatura di tutti gli eventi e di tutte le operazioni eseguite.
In questo modo le imprese e i professionisti possono caricare documenti, formulare richieste, effettuare comunicazioni ed eseguire contraddittori, visualizzare tutti i dati, ottenere gli Audit della procedura: in remoto, con importanti risparmi in termini di allocazione di tempo e risorse e con il pieno presidio del rischio. Un approccio che può essere molto utile anche per affrontare potenziali richieste di chiarimento che potranno scaturire da un primo incrocio massivo dei dati di fatturazione elettronica, senza incorrere in accessi di tipo «ordinario»."

Il nostro lavoro (quindi le nostre vite) in mano al cazzeggio degli idioti (sorge un dubbio: dove troveremo, in mezzo a tutta questa neo-burocrazia degna della Germania Est ai tempi della Stasi, il tempo per lavorare e produrre? Ma qualcuno crede che la minestra da mettere nel piatto alla sera arrivi da queste stronzate?).

Un sistema nel quale "Il rischio che gli operatori possono correre, in questi mesi di studio e adeguamento alle nuove regole, è farsi distrarre dagli aspetti più operativi, organizzativi e informatici, considerandoli esaustivi della questione" e “stiamo per assistere all’inizio di un percorso che porterà a un controllo pervasivo e continuo delle imprese con una quantità impressionante di informazioni che, per la modalità con cui saranno trasmesse, potranno essere agevolmente asservite a un’analisi specializzata e approfondita” è semplicemente criminale.

Voglio solo fare notare che saremo l’unico paese occidentale ad avere un sistema di ispezione così invasivo nella vita degli operatori economici: un modo per mettere definitivamente sotto controllo ed asservire la nostra economia ad interessi per i quali la lotta all’evasione è un puro pretesto?

1 commento:

Simon Durochefort ha detto...

Buongiorno
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