giovedì 15 marzo 2018

Un giorno di ordinaria "condivisione culturale"

Marina Fani

Ieri un nigeriano a Napoli ha rotto una bottiglia e ferito 3 passanti a casaccio, di cui uno è grave. Ma nessun giornale è andato ad intervistare le vittime di questa insensata, brutale e tutt’altro che episodica aggressione (come è stato fatto per le vittime del Traini).  
Sempre ieri un tunisino scatena il panico perché esigeva di non pagare il biglietto dell’autobus, in quel di Padova. Negli ultimi mesi non si contano le aggressioni violente ai danni di conducenti di autobus e capitreni, spesso molto gravi, rei di aver chiesto loro ciò che chiedono agli indigeni, disoccupati inclusi, ossia di esibire il biglietto. In nome di quella strana eguaglianza che vorrebbe siano esonerati a prescindere dalle regole che valgono per gli italiani, d’altronde è stato celebrato un cantante che si vanta di non pagare affitto perché c’è chi provvede per lui.  Come non dimenticare il capotreno che a Milano dovette subire la sub-amputazione di un braccio nel 2015 a seguito di un’aggressione di un gruppo di “latinos” a colpi di machete.....
Vogliono farci credere che anche gli italiani si comportano così, che sia normale aggredire gli addetti ai trasporti,  che sia sempre stato così ma è questo razzismo che ci fa notare solo i crimini di questi poveretti che fuggono dalla guerra e dalla fame. La giustizia archivia i reati dei “nuovi” (nuovi volutamente tra virgolette dato che molti sono estremamente recidivi)  arrivati con estrema fretta, spesso scarcerandoli l’indomani, forse anche per abbassare quella statistica che vede un enorme numero di detenuti stranieri in proporzione alla stessa popolazione allogena, forse per non passare per razzisti a  trattare lo stesso crimine con molta più magnanimità che se a commetterlo fosse un indigeno, quasi come un gesto di “benvenuto”,  peccato che la giustizia dovrebbe rappresentare l’interesse della parte lesa, della vittima,  e così, spesso, per non apparire razzista, DISCRIMINA gli indigeni impartendo la lezione che per taluni soggetti che arrivano da lontano sia concesso di fare quello che vogliono tanto qualcuno li perdonerà.
Lunedì scorso, 12 marzo un tunisino si spoglia su un autobus e molesta una 21enne, ma è già libero. D’altronde il via libera è stato concesso quando per legge è stato stabilito che eiaculare addosso ad una persona non è reato, mentre si parla tanto contro la violenza sulle donne il cosiddetto mondo femminista “non vede” queste aggressioni come violenze.
Come non dimenticare la strage di ciclisti in Calabria per opera di un marocchino drogato, dopo 5 anni TORNA LIBERO. Non è un condono? Non fu mai usato il termine strage per questo orrore, ma è stato usato per la sparatoria ai danni di 6 nigeriani a Macerata, sparatoria senza conseguenze mortali per nessuno. Giusto un esempio di neolingua.
Sempre ieri a Piacenza due africani sradicano un palo e massacrano di botte un italiano, senza motivo. Sempre ieri a Catania due agenti della polizia ferroviaria sono stati presi a calci e pugni da un nigeriano che viaggiava senza biglietto. E’ sempre successo, lo fanno anche gli italiani, dicono.
A Roma, sempre ieri,  un tunisino su un autobus si spoglia per molestare una 21enne, per fortuna la gente l’ha protetta anche a rischio di prendersi un’accusa di aggressione razzista, ogni volta che si tenta la difesa da aggressori stranieri i media l’hanno dipinta come violenza razzista, intimidendo chiunque volesse intervenire in casi di aggressioni di questo tipo.
Oggi 14 marzo 2018 una coppia di anziani è stata aggredita da un nordafricano con dell’acido, a Milano. Una ragazza di 19 anni stuprata davanti al fidanzato prima massacrato di botte per renderlo inerme, il “latinos” è fuggito, sempre a Milano.  Se a commettere questi crimini fosse un italiano, non scriverebbero “il giovane quarantenne residente a  Grugliasco” ma userebbero ben altri termini, più consoni a definire un soggetto che rovina la vita, traumatizza e ferisce altre persone. A Quartu, in Sardegna, una fragile anziana di 80 anni picchiata e derubata da due africani, oggi. Sempre più anziani da qualche anno a questa parte sono vittime di aggressioni, rapine e spesso stupri, scene da Arancia meccanica.
Tutto questo a poche settimane del brutale, vile, terribile massacro di Pamela Mastropietro di cui obtorto collo la cronaca ha fornito i dettagli, delitto che si è cercato di far passare presto nel dimenticatoio.
Molti di questi fatti delittuosi sono nascosti in fatti di cronaca locale, i media hanno l’ordine di tacere e minimizzare, la maggior parte di questi crimini rimangono nei trafiletti dei giornali locali non arrivando a quante più persone possibile.
Chissà quanti Kabobo manteniamo, la sicurezza per gli autoctoni è un optional, unico imperio mafia capitale.  Sia mai non si sentano i benvenuti,  la violenza da parte di questi “disgraziati in fuga” è solo “percepita”, è nella tua testa, non è reale. Salvo per chi viene violentata, per chi svolge una professione a contatto con il pubblico e viene dato in pasto a questi signori ai quali paghiamo  vitto, alloggio, riscaldamento, vestiti e tutto il necessario con relativa mazzetta alle Coop e garantiamo impunità quando ci ringraziano in questo modo dell’ospitalità: Firenze: Il leader dei senegalesi dichiara la guerra all’Italia.

4 commenti:

maurizio_59 ha detto...

Ottimo lavoro! Pubblicato su www.europadeipopoli.org.

Simon Durochefort ha detto...

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