Il titolo non è una
barzelletta, ma proprio la verità che soltanto adesso, grazie al
supporto degli altri amici di questo blog, ho conosciuto. La notizia,
di una ricerca effettuata da alcuni ricercatori del dipartimento di
Biologia dell’Università di Firenze, e resa nota a Maggio scorso
da "La Stampa", ci fa sapere un qualcosa di inimmaginabile:
(testuale dall'articolo
tratto dalla rivista radical chic "Left"): "Non solo
la nostra economia, ma anche il nostro sistema immunitario ha bisogno
dell’apporto dei migranti. È quanto emerge da uno studio condotto
da un team di ricercatori del dipartimento di Biologia
dell’Università di Firenze e pubblicato da la Stampa.....
Secondo i biologi, i
migranti africani portano con loro una serie di batteri, funghi e
microbi che abbiamo perso. Male, dirà facilmente la xenofobia
populista: “È la prova che gli immigrati portano malattie”.
Niente di più falso, è vero esattamente il contrario: portano
anticorpi. Difese che abbiamo perso, e che sono essenziali alla
nostra sopravvivenza, aiutando così il nostro organismo a combattere
infezioni alle quali non è più preparato.
Il nostro sistema
immunitario si è indebolito, anche a causa della sedentarietà della
nostra accomodata civiltà. E le malattie, gravi, aumentano.
«L’industria alimentare e i suoi processi, la sanificazione,
l’utilizzo massiccio di antibiotici negli allevamenti hanno
contribuito a debellare molti agenti nocivi, ma hanno finito per
estirparne anche di essenziali», spiega al quotidiano torinese
Duccio Cavalieri, professore a capo del team toscano. È questo il
motivo dell’esplosione di malattie auto immuni, infiammazioni e
allergie che sta colpendo la nostra epoca. La biodiversità
microbica, spiegano i ricercatori, consente all’organismo di
riconoscere i microrganismi ed eventualmente attaccarli. Ora invece,
non conoscendo la varietà necessaria, il nostro organismo reagisce
in maniera patogena a qualsiasi novità con la quale entra in
contatto e sviluppa infiammazioni".
Capito? Il nostro organismo, ormai
abituato a vivere in un ambiente pulito, grazie ai microbi portati
dagli immigrati si "tempra" e può riuscire a sopravvivere
più a lungo.
Certi concetti, grossomodo erano
risaputi; un po' di microbi male possono non fare, ma non credevo che
essi potessero essere quasi ben visti in un contesto di grossa
immigrazione. Da che mondo e mondo, quando grandi masse di persone si
spostano il pericolo di epidemie è più che alto. Tutti,
giustamente, si allarmano e, almeno nelle nazioni serie, scattano i
controlli sanitari. Ma qui in Italia, invece, dovendo far ingoiare
con l'imbuto l'idea che "l'invasione è bella", ci si
inventa cavolate del genere.
Leggendo anche gli interventi di alcuni
utenti che hanno commentato l'articolo di "Left", mi è
venuto in mente un riferimento storico vecchio di centinaia di anni:
i Conquistadores e gli antichi popoli del Centro e Sud America.
Questi ultimi, uccisioni violente a parte, vennero decimati anche
tramite le malattie a loro sconosciute portate dagli europei. Lo so,
sono avvenimenti di oltre 500 anni fa, ma un certo paragone viene in
mente dopo aver letto il pezzo in questione.
Pazienza, cari italiani; dopo esser
stati presi in giro raccontandovi che non lavorate bene così come
lavorano gli immigrati; dopo aver subito la storiella che gli
immigrati fanno più figli di voi; dopo aver ingoiato l'offesa che
gli stranieri fanno i lavori che voi (schizzinosi) non fate; dopo
l'ulteriore attacco riguardante le attività commerciali straniere
maggiori di quelle italiane, ora ecco l'ultima perla. Insomma,
lasciamoci e lasciatevi contaminare, ammalare e infettare. Tutto è
per la nostra/vostra sopravvivenza.
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