martedì 20 agosto 2019

La foglia di Fico e "345" buoni motivi per non votarla

Janos Dex 

La riduzione dei parlamentari è un falso problema ed un’autentica scusa. Anzi, un vero problema perché riduce sensibilmente la rappresentanza democratica dei cittadini e dei territori in seno alle istituzioni. Non a caso anche Marco Rizzo, ci ha da poco ricordato come fosse uno dei cavalli di battaglia della Loggia P2 di Licio Gelli. Si aggiunga che, con la riduzione del numero, si incentiva e facilita la corruzione e la possibilità di influenzare le scelte del Parlamento, ossia la c.d. attività di lobbying presso le Istituzioni, perché controllando/corrompendo meno persone si ha un più efficace peso nell’Istituzione. Non è un caso che i Padri costituenti avessero previsto 945 parlamentari per 40 milioni di abitanti (1948), ossia uno ogni 42.000. Mentre, oggi, con una popolazione di 60 milioni, mantenendo invariato il numero, si ha già una diminuzione che porta il rapporto originale a uno ogni 63.000.....
Che bisogno impellente si avverte nel voler ridurre ancora al ribasso la rappresentanza, fino a uno ogni 1.100.000? Anche queato lo vuole l’Europa? No, stavolta, nemmeno questa meschina scusante. Ricordiamo che gli eletti, di qualsiasi livello istituzionale e di ogni tendenza, rappresentano i cittadini in rapporto alla popolazione. l’Italia è solo VENTESIMA (su 27) in Europa per numero di parlamentari in rapporto alla popolazione. A ben vedere, anche alcuni di quelli che hanno rapporti apparentemente migliori, vivono una situazione di ben maggiore rappresentanza.
Ad esempio, se vogliamo fare un paragone con una nazione, statualmente vicina al nostro Paese, possiamo prendere come esempio la Francia. "L’Italia ha 945 parlamentari, la Francia ne ha 923. Vero è che la Francia ha un numero maggiore di abitanti, ma ha anche oltre 36 mila comuni e l’Italia ne ha solo 8 mila, inoltre i comuni francesi concorrono alla elezione del Senato francese. In termini di rappresentanza istituzionale, dai comuni al parlamento, la Francia ci supera abbondantemente. Così come la maggior parte degli Stati Europei". 

Ci dicono che così si “diminuiscono i politici di professione”. Anche questa una sonora sciocchezza. Anzi, probabilmente, ci sarà spazio solo per loro e per i rappresentanti delle porzioni di territorio più popolose (maggior bacino di voti, clientelari o meno). Venute meno tutte le premesse alla “battaglia della vita” dei giacobini dei tagli, rimane da confutare la leggenda dei grandi risparmi a “favore dei cittadini” (a fronte sempre di una perdita costosissima dei diritti). Ci dicono che si risparmierebbero ben 50 milioni annui. Per capire, basta ricordare che una manovra (2019) vale 37 miliardi, che lo 0,1% del PIL ne vale 1.8 miliardi, l’interscambio con la Libia valeva 12 miliardi annui (2010),. Prima della Guerra alla Siria del 2011, esportavamo per circa 1 miliardo annuo, oggi per 33 milioni. Le sanzioni alla Russia, secondo Coldiretti, hanno comportato una perdita di ben 10 miliardi. Un solo F35B, circa 121 milioni di dollari, ossia 108 milioni di euro (2017). Si potrebbe andare all’infinito, per fare capire come si stia indicando ancora una volta “il dito” per nascondere “la luna” agli italiani. 

Perché tutto questo accanimento e fretta? Perché questa corsa ad intestarsi una simile inutile(e dannosa?) riforma? E’ il momento opportuno per diminuire la rappresentanza popolare e la pluralità nelle istituzioni o andrebbe rafforzata per opporsi alle continue cessioni di sovranità popolare? A prescindere dalle valutazioni di cui sopra, è del tutto evidente che si tratti solo della classica “foglia di fico” per coprire ben altre omissioni e, in questa crisi di mezza estate, l’utile scusa per non andare ad elezioni prima del 2020/2021, imponendoci un governo del Pdr e la grande ammucchiata più dannosa e mortifera della storia repubblicana. 

Qualcuno ha anche ricordato con malcelata soddisfazione che “l’obiettivo di portare a 400 il numero dei deputati in questo Paese riuscì soltanto negli anni Venti, quando il presidente del Consiglio era Benito Mussolini […] esattamente il numero cui verranno ridotti con questa riforma parlamentare». Peccato che allora era parte di una riforma e riorganizzazione totale dello Stato, che portava ad un sistema dittatoriale. Non proprio quisquilie…. Se vogliamo.

1 commento:

Fedora Rigotti ha detto...

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