venerdì 18 agosto 2017

Chi è causa del terrore pianga sé stesso


 
Gli italiani compivano crimini prima dell'arrivo degli stranieri, delinquono ancora e delinqueranno in futuro. Chiamiamola infezione congenita. Aggiungiamo che la crisi economica e la disoccupazione non possono che creare ulteriori condizioni perché tutto ciò aumenti, abbassando notevolmente la risposta del corpo sociale e di quello economico ad ogni disagio sociale aggiunto. Chiamiamola difesa immunitaria. Nessuno ha mai sostenuto il contrario.....


Detto ciò, questa ovvietà è il più alto argomento dei migrazionisti, ossia è un non argomento per definizione.
Sia perché la delinquenza è un elemento strutturale di ogni società umana, sia perché la sua incidenza costituisce il punto zero per la valutazione di ogni eventuale fenomeno connesso ad esso successivo.

Allora, se il paziente ha il corpo infetto e le difese immunitarie gravemente abbassate, non appare una buona soluzione innietargli ulteriori massicce dosi di virus "sconosciuti e alieni" senza possederne minimamente gli anticorpi. Il male non può che peggiorare e la malattia diventare cronica, fino a portare al coma.

Di fatto, è ciò che sta avvenendo con la complicità di medico e paziente. I dati statistici già pubblicati, non fanno che confermare quanto detto, se solo si avesse la grazia di leggerli e capirli. Non è questione di non generalizzare, ma di capire e affrontare il fenomeno necessariamene nel suo insieme.
L'8% di stranieri, ma in realtà quasi solo la parte di loro costituita dai clandestini, compie in media il 50% dei reati comuni, quelli che la gente vive quotidianamente sulla propria pelle.
Un dato abnorme, che non può che creare lo sviluppo disordinato di nuovi anticorpi. Questione di sopravvivenza, non di razzismo. Il resto dei clandestini, che vive nella bambagia più totale, senza regole e in stato di mantenimento a carico dello stremato contribuente, in assenza totale di qualunque piano serio di integrazione, contingentamento (e selezione) degli arrivi e relativo assorbimento nel corpo socio-economico della nazione, è letteralmente un'incubatrice di virus criminali di ogni specie e grado di pericolosità.

Non per fattori biologici, quanto piuttosto per fattori contestuali e sociali evidenti. Emarginazione, ghettizzazione, mancanza di integrazione, assenza di opportunità lavorative ed economiche, sradicamento, incolmabili differenze culturali. Ai quali seguirà presto un montante livore verso la società accoglitrice, direttamente proporzionale alle aspettative false create alla partenza e all'arrivo.

Perchè, tenendo a parte l'effetto immediato sulla delinquenza comune, è ormai chiaro che il prossimo step sarà il fiorire di una massa di potenziali terroristi fanatici, di seconda e terza generazione, i cui tragici effetti sono già sotto i nostri occhi. Odio e disagio sociale, tutto terreno, che cerca e trova una causa superiore nel fanatismo religioso, che promette riscatti nell'aldila', perché nel "di qua" ogni speranza è morta e ogni sogno divenuto ingestibile realtà.

Dinamiche a noi finora conosciute e vissute in nazioni vicine, in tempi economici ben migliori, ed in contesti ben più attrezzati del nostro, per cercare di gestire il fenomeno. Si può fare ancora finta di niente, ribaltare puerilmente accuse strampalate di razzismo o mea culpa storici, tanto improbabili quanto inopportune, ma non si può sfuggire dalla realtà dei fatti. Tanto più che, altro grande argomento, si continua ad ignorare, se non sostenere, il ruolo chiave delle politiche internazionali che cagionano e alimentano il fenomeno.

Dal coma, senza adeguata terapia e senza intervenire sulle cause dalla malattia, si passa alla morte in breve tempo. E, potete stare certi, non sarà indolore e non sarete voi a salvarvi dall'alto di una morale perniciosa e complice.

Nessun commento: