Un paio di mesi fa Charlie
veniva condannato a morte dal tribunale nazionale ed europeo. Solo
dopo molte settimane, a poche ore da quella che doveva essere la data
dell'esecuzione - anche successivamente all'invio massivo di mail con
richieste di intervento - il Papa si espresse con un tweet, vago,
laconico e neutro, in difesa "della vita"....
A chi eccepì che Charlie
non era stato menzionato, si oppose che era ovvio e palese che
l'intervento fosse finalizzato a prendere posizione a tutela del
bambino.
Qualche giorno fa - mentre a
livello internazionale si piangevano i morti dell'ennesimo attentato
terroristico compiuto da stranieri la cui radicalizzazione è stata
condonata e sottovalutata e sul piano interno torna prepotente la
polemica sullo Ius soli - il Papa si è espresso in una dichiarazione
sua propria, lunga, analitica ed argomentata, a favore
dell'accoglienza e di percorsi agevolati per il riconoscimento della
cittadinanza.
A chi ha eccepito che si
tratta di una chiara presa di posizione, viene contestato che il
pontefice non ha apertamente menzionato lo Ius soli.
Per quel che mi concerne, in
un mondo in cui esternano la loro opinione la
Lucarelli e Tommasi, ci mancherebbe non possa farlo - su qualunque argomento - anche il Papa.
Lucarelli e Tommasi, ci mancherebbe non possa farlo - su qualunque argomento - anche il Papa.
Vorrei solo ci fosse un po'
più di nostalgica aderenza all'espressione "papale-pale",
anziché questa costante ambiguità, degna degli oracoli di altri
tempi e di altri dei.
E che ci fosse pure un po'
più di coerenza nell'interpretare le parole di Bergoglio e la sua
visione delle cose del mondo, che ormai appare chiara e coerente sin
dall'inizio. Esternazione dopo esternazione.
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