Così, si racconta,
bisbigliò Galileo Galilei, dopo aver abiurato alla sua teoria
eliocentrica, incorrendo nella censura della Chiesa che prendeva per
verità quanto riportato nella Bibbia (e creduto da molte tradizioni
dell'antichità anche non giudaico-cristiana) sulla Terra ferma al
centro dell'universo, con il Sole che le ruotava intorno.
Dopo tanti secoli, ancora
dal Sole arriva "il calcio negli stinchi" ad un moderno
dogma scientifico: quello del riscaldamento globale e dei cambiamenti
climatici dovuti alle scellerate attività umane....
Un gruppo di fisici
dell’università di Berna ha, infatti, pubblicato uno studio che
esamina gli “effetti specifici, aggiuntivi, ciclici e causalistici”
dell’attività e delle fasi del magnetismo solare sui fenomeni
atmosferici, dimostrando -secondo la tesi degli studiosi - come esso
influenzi il clima e i suoi cambiamenti.
Gli scienziati svizzeri
avrebbero, infatti, scoperto che, "oltre all’irraggiamento (la
quantità costante e sempre uguale di energia che il sole immette sul
pianeta), pesa sul clima terrestre anche la ciclica attività
magnetica del sole": chi studia i cambiamenti climatici dovrà
tener conto di questa spiegazione naturale e farne la tara, quando
finisce per attribuire la responsabilità della variabilità e dei
picchi climatici alle solo attività umane.
Sarebbe utile che ci si
approcciasse a scoperte di tal fatta con scrupoloso atteggiamento
scientifico, evitando di continuare a parlare di "negazionismo"
per coloro che - da cattedre prestigiose e studi non meno accurati e
precisi di quelli che parlano di "global warming" -
spiegano che una vulgata ultra trentennale di ipotesi che sono
diventate postulati incontrovvertibili ha cancellato la
consapevolezza - scientifica ed empirica - di intere epoche di
alternanza climatica tra glaciazioni e riscaldamento, per avvallare
la conclusione che l'attuale fase di riscaldamento non abbia nulla di
ciclico, di reiterato, di ripetitivo, di reversibile.
Ricordo quanto certe
politiche sul "climate change" tendano ad influenzare le
attività di alcuni Paesi in via di sviluppo, a frenarne in maniera
mirata altre delle Nazioni più sviluppate, a corroborare il dogma
del ridimensionamento del consumo di carne a favore di insetti e
affini.
E ricordo che i cambiamenti
climatici sono entrati di prepotenza anche nella narrazione sulle
"migrazioni", una volta che le frescacce su guerre e fame
hanno mostrato di non reggere.
Non sono una studiosa del
fenomeno, nè posso vantare una formazione anche vagamente
scientifica e sono assolutamente persuasa della necessità di regole
e limiti che determinino le attività umane a vantaggio e tutela
anzitutto dell'Uomo, al suo diritto ad un ambiente salubre e ad un
nutrimento sano e non contaminato. Ma leggo da 20 anni documenti che
spiegano - con dovizia di dati scientifici e grafici - che altre
epoche sono state caratterizzate da cambiamenti climatici, senza che
l'uomo ancora calcasse il Pianeta o senza che avesse la tecnologia
per inquinarlo.
Documenti e dati che non
trovano eguale diffusione e ridondanza di quelli che urlano al
"riscaldamento globale".. come questa ricerca
dell'Università di Berna, di cui quasi non si è sentito parlare.
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