venerdì 11 agosto 2017

Eppur si muove


Così, si racconta, bisbigliò Galileo Galilei, dopo aver abiurato alla sua teoria eliocentrica, incorrendo nella censura della Chiesa che prendeva per verità quanto riportato nella Bibbia (e creduto da molte tradizioni dell'antichità anche non giudaico-cristiana) sulla Terra ferma al centro dell'universo, con il Sole che le ruotava intorno.
Dopo tanti secoli, ancora dal Sole arriva "il calcio negli stinchi" ad un moderno dogma scientifico: quello del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici dovuti alle scellerate attività umane....


Un gruppo di fisici dell’università di Berna ha, infatti, pubblicato uno studio che esamina gli “effetti specifici, aggiuntivi, ciclici e causalistici” dell’attività e delle fasi del magnetismo solare sui fenomeni atmosferici, dimostrando -secondo la tesi degli studiosi - come esso influenzi il clima e i suoi cambiamenti.

Gli scienziati svizzeri avrebbero, infatti, scoperto che, "oltre all’irraggiamento (la quantità costante e sempre uguale di energia che il sole immette sul pianeta), pesa sul clima terrestre anche la ciclica attività magnetica del sole": chi studia i cambiamenti climatici dovrà tener conto di questa spiegazione naturale e farne la tara, quando finisce per attribuire la responsabilità della variabilità e dei picchi climatici alle solo attività umane.

Sarebbe utile che ci si approcciasse a scoperte di tal fatta con scrupoloso atteggiamento scientifico, evitando di continuare a parlare di "negazionismo" per coloro che - da cattedre prestigiose e studi non meno accurati e precisi di quelli che parlano di "global warming" - spiegano che una vulgata ultra trentennale di ipotesi che sono diventate postulati incontrovvertibili ha cancellato la consapevolezza - scientifica ed empirica - di intere epoche di alternanza climatica tra glaciazioni e riscaldamento, per avvallare la conclusione che l'attuale fase di riscaldamento non abbia nulla di ciclico, di reiterato, di ripetitivo, di reversibile.

Ricordo quanto certe politiche sul "climate change" tendano ad influenzare le attività di alcuni Paesi in via di sviluppo, a frenarne in maniera mirata altre delle Nazioni più sviluppate, a corroborare il dogma del ridimensionamento del consumo di carne a favore di insetti e affini.
E ricordo che i cambiamenti climatici sono entrati di prepotenza anche nella narrazione sulle "migrazioni", una volta che le frescacce su guerre e fame hanno mostrato di non reggere.

Non sono una studiosa del fenomeno, nè posso vantare una formazione anche vagamente scientifica e sono assolutamente persuasa della necessità di regole e limiti che determinino le attività umane a vantaggio e tutela anzitutto dell'Uomo, al suo diritto ad un ambiente salubre e ad un nutrimento sano e non contaminato. Ma leggo da 20 anni documenti che spiegano - con dovizia di dati scientifici e grafici - che altre epoche sono state caratterizzate da cambiamenti climatici, senza che l'uomo ancora calcasse il Pianeta o senza che avesse la tecnologia per inquinarlo.

Documenti e dati che non trovano eguale diffusione e ridondanza di quelli che urlano al "riscaldamento globale".. come questa ricerca dell'Università di Berna, di cui quasi non si è sentito parlare.

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