lunedì 17 luglio 2017

Permessi estemporanei

Febe Polluce

Se davvero l'Italia userà "l'arma nucleare" dei permessi temporanei da elargire a 200.000 "migranti" affinchè inizi la loro diaspora europea, si compirà il primo atto di questo governo che avrà il mio totale appoggio.
Moltissimi stranieri non hanno, infatti, alcuna intenzione di restare qui da noi, sono partiti fin da subito con l'intenzione di raggiungere altre destinazioni e non perderanno tempo attardandosi ancora entro i nostri confini....
Perchè, al di là dei lucrosi guadagni nella gestione del problema delle nostre associazioni, al di là della stomachevole retorica buonista e diritto-umanista di PD e affini e persino al di là dell'accordo vergognoso per la gestione autonoma del "fenomeno" da parte dell'Italia, in Europa non ci sono verginelle.

Le ONG che hanno provveduto con solerzia ed efficienza a traghettare gli immigrati non erano solo italiane; le petroliere e le navi mercantili o militari che ci hanno scaricato una marea umana di individui battevano bandiera norvegese, irlandese o spagnola.

Non è (solo) l'Italia che ha devastato nord africa e medio oriente con le "guerre umanitarie". Che se li prendano anche i cugini europei questi poveri signori di un metro e novanta per 80 kg di soli muscoli, che vedano da vicino come sono fatti "i bambini siariani che scappano dalla guerra".

Sono certa che convivere con certi personaggi che io e altri ci troviamo ogni giorno sotto casa ispirerà molti a decidere per un diverso approccio al "fenomeno migratorio".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Vergognati

barbaranotav ha detto...

coraggioso l'anonimo, SE C'è QUALCUNO CHE SI DEVE VERGOGNARE E' CHI ESTORCE DENARO PER ALIMENTARE MAFIA CAPITALE con la squallida, vigliacca scusa della solidarietà che, CASUALITA' non viene mai esercitata NEI CONFRONTI DEI PROPRI SENZA TETTO E DISOCCUPATI.

Caro anonimo, la tua paternale pseudo moralista quanto ti frutta?

Siete viscidi servi di un sistema mafioso che con la solidarietà non ha nulla a che vedere e vi rogna che al vostro gioco non crede più nessuno.