Secondo me, lo dico da
cittadino, pur non essendo medico a senza la velleità di entrare
nello specifico, la tendenza ad imporre cure e radiare chi è
contrario, nel nome di una molto opinabile "salute pubblica",
è solo l'ennesimo sintomo di una classe dirigente sempre più
autoritaria e meno autorevole e autorizzata.....
Del tutto priva di
legittimazione e di consenso.
Non si parla di decisioni
senza impatto su chi le subisce e poco senso hanno le tesi secondo
cui " se uno non è d'accordo, non deve fare il medico o
appartenere al suo ordine".
Essere radiato dall'albo,
significa non essere riconosciuto come medico, quindi non poter agire
più come tale, quindi esercitare "abusivamente" la
professione o non esercitarla proprio.
Ossia, doverci rinunciare.
Questo, non perché non si
crede nella medicina o non si abbiano le necessarie competenze, ma
solo perché si ritiene che vi possano essere cure "alternative",
non in assoluto e solo per alcune patologie, a quelle "ufficialmente
riconosciute" come uniche legittime (per tanti motivi, non certo
solo scientifici) in occidente (perché il mondo è strapieno di
culture dove si ammettono altre cure, naturali, tradizionali o meno).
La differenza sta nel fatto
che in alcuni luoghi si obbliga il paziente a non scegliere per se
stesso, in altri no, mettendo in dubbio il libero discernimento
nella cura di se stessi. Addirittura, ora, si è arrivati ad imporre
anche la scelta, se provare a continuare a curarsi o dover perire e/o
viceversa.
Materia delicatissima, dove
l'interesse economico la fa spesso da padrone, non solo quello
scientifico ed etico, sopratutto a certi livelli decisionali. Certo,
il confine tra il ciarlatano "venditore di fumo" e
l'alternativo, tra la necessità di provvedere e alla salute pubblica
e il suo travalicarne i confini, è sottilissimo e il paziente quasi
mai ha la possibilità conoscitiva per poter fare la scelta migliore
ma, siamo sicuri che tutto ciò che è ufficiale e imposto sia poi
così corretto?
Quante cure e farmaci sono
stati ritirati perché creavano piu' danni collatterali che benefici?
Etc...La storia stessa dell'umanità ci dice il contrario esatto in
tanti casi e campi. In alcuni , si è anche finiti al rogo solo per
dubitare di scientifiche posizioni ufficiali, poi rivelatesi
cialtronerie ufficiali.
Ci sono casi e casi,
patologie e patologie, non si può fare un discorso univoco. Io, su
alcune cose, mi tengo i miei fondati dubbi. E nel dubbio, preferisco
sempre poter scegliere di "che morte devo morire",
piuttosto che farlo fare ad altri, senza alcuna legittimazione per
farlo. Prendendomi il rischio di sbagliare, certo, ma solo sulla mia
vita, non su quella di milioni di persone.
Inoltre, ci si dimentica che
la scienza è revisionista per sua natura (tutte le scienze o quasi),
altrimenti diventa mero indottrinamento coatto per puri esecutori.
Sulla "capacità" di scegliere, sono concorde sul fatto che
latiti e che la democrazia stessa sia un fallimento proprio per
questo.
Pochissimi la possiedono, in
quasi tutti i campi. E per questo, c'è chi lavora alacremente,
perché nulla cambi.
Prendiamo la scelta più
incisiva sul destino dei più: chi sceglie i governi e i
parlamentari, che decidono le leggi e impongono obblighi. Il popolo
ha capacità di scelta, dati sufficienti per farlo cum grano salis,
fonti e informazioni veritiere e accessibili? No. Eppure, lo fa,
decidendo della vita di molti altri, influenzano gli eventi,
generando cause che producono effetti, che richiedono nuove
soluzioni, etc. Il cane che si morde la coda.
La malattia, per tornare al
tema, creata spesso con la mano destra dagli stessi che poi la
vorrebbero impositivamente curare con la sinistra. Gli stessi
parlamentari non hanno spesso nessuna competenza per decidere.
Spesso, anche meno di chi li ha eletti. Mentre, tutti hanno
certamente interessi da tutelare e sponsor da risarcire. Eppure,
proprio questo, con estrema sfiducia nel sistema attuale e nelle sue
classi dirigenti, preferisco sbagliare da solo e rimetterci solo io.
Salvo, evidenze contrarie, ossia che una cura sia palesemente
dannosa, piuttosto che "inutile".
Tutto da dimostrare. Il
discorso si fa complesso e lungo, ma la direzione è chiarissima."
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